Il monitoraggio continuo degli scambi relazionali tra terapeuta e paziente è indispensabile specialmente perché la resistenza accompagna il trattamento ad ogni passo.
La resistenza rappresenta un compromesso tra le forze che tendono alla guarigione e quelle che si oppongono ad essa.
Le resistenze assumono varie forme. Il paziente può rifiutarsi di prendere i farmaci prescritti dallo psichiatra; arrivare in ritardo agli appuntamenti, saltare le sedute; rimanere in silenzio o parlare di argomenti irrilevanti; scordarsi le interpretazioni; dimenticarsi di pagare ecc ecc.
La resistenza può essere conscia, pre-conscia o inconscia e rappresenta un tentativo di evitare sentimenti spiacevoli quali ira, colpa, odio, amore (rivolto ad un oggetto impossibile), invidia, vergogna, dolore, ansia….
Lo psicoterapeuta dinamico sa che il trattamento mette in pericolo la rimozione e si aspetta di trovare resistenze finalizzate a proteggerla. La resistenza difende la malattia.
Lo psicoterapeuta a orientamento dinamico si aspetta di incontrare resistenze e le considera parte del trattamento. Mentre altri terapeuti possono adirarsi per la “SCARSA COLLABORAZIONE” manifestata dal paziente, lo psicoterapeuta dinamico cerca di scoprire cosa la resistenza protegga e che situazione del passato venga rimessa in atto.
Ad esempio i pazienti che hanno passato la loro infanzia ribellandosi ai genitori, possono inconsciamente sentirsi ribelli verso il terapeuta o altre figure autorevoli.
Il transfert
Il clinico dinamico aiuta il paziente a comprendere queste modalità in modo che possano diventare consapevoli e non disturbare ulteriormente le relazioni adulte del paziente.