“Ci vuole un villaggio per allevare un bambino”
(D. Winnicot)
1. Le relazioni e le loro dinamiche stanno cambiando vorticosamente .
Le istituzioni precedentemente adeguate alla gestione degli accordi (e dis-accordi ) matrimoniali risultano inadeguate.
Le stessa giurisprudenza in materia di diritto familiare sembra arretrata.
2. Il nostro compito (come società, istituzioni, professionisti, adulti) consiste nel tutelare i minori. Ricerche longitudinali evidenziano che nessun danno psichico viene arrecato al minore in caso di separazione se:
a) il minore non viene inserito nel conflitto tra i coniugi
b) il minore mantiene tutti i legami affettivi e parentali
c) il minore mantiene la sua posizione di minore.
Questo significa che non devono mancargli ile precedenti figure di riferimento ma che, al tempo stesso, non gli deve essere consentito prendere decisioni che spettano unicamente all’adulto.
E’ indispensabile quindi tutelare sia la figura materna e paterna, sia tutti i punti di riferimento affettivi del minore gestendo tra adulti e separatamente eventuali conflitti.
Frequentemente le coppie si separano perché NON IN GRADO DI SEPARARSI.
Cioè di essere individui autonomi che non invischiano in relazioni simbiotiche né il partner né i figli.
In questi casi il genitore non autonomo e simbiotico tenderà a chiedere al minore di schierarsi, danneggiando gravemente il suo sviluppo psichico.
Il minore diventa il centro ed il termometro della disputa.
A lui l’ingrato (e patologico) compito di stabilire chi abbia ragione tra mamma e papà.
A lui, GIUDICE degli adulti a cui dovrebbe essere affidato per conoscere il mondo, il compito di valutarne l’adeguatezza.
Favorendo questo genere di confusione ed inversione dei ruoli il minore rischia di perdere ogni stabilità. In questo modo spesso viene distrutta ogni credibilità della figura paterna.
Che non è solo il PADRE BIOLOGICO ma l’adulto incaricato di trasferire la conoscenza della società in cui il minore vive e le sue regole.
Attaccando la figura paterna si attacca ogni autorità ed istituzione, con esiti prevedibili di smarrimento od evoluzioni anti-sociali.
Si fornisce inoltre al minore un’immagine di un adulto fragile, mancante, non responsabile rispetto a scelte fondamentali.
Di un adulto incapace di affrontare momenti critici con equilibrio, evitando dinamiche distruttive dalle conseguenze imprevedibili.
Di un adulto non maggiormente evoluto in termini di elaborazione del dolore e del conflitto.
UNA SEPARAZIONE GENTILE CIVILE ED EQUILIBRATA
può diventare un’esperienza arricchente ed evolutiva per tutti.