Un capitolo a parte va dedicato alla psicoterapia psicoanalitica individuale e di gruppo dell’adolescenza per evidenziare il carattere peculiare ed estremamente critico di questa fase esistenziale.
L’ adolescenza è infatti un periodo in cui si attraversa una crisi.
Un trattamento psicologico in adolescenza può essere una reale prevenzione di molte cause di sofferenza nella vita adulta. Grazie alle trasformazioni rapidissime a cui gli adolescenti sono sottoposti è infatti possibile un rapido recupero delle coordinate che possono sembrare perdute o risultare confuse.
Qualche volta accade che in adolescenza riemergano delle difficoltà legate a fasi dello sviluppo precedenti e di conseguenza l’adolescente si trova a dover affrontare una crisi senza però avere le competenze necessarie. L’identità stabile e sufficientemente strutturata del bambino attraversa inevitabilmente una crisi, poiché il lavoro dell’adolescenza implica il passaggio dall’identità infantile a quella adulta; dal senso di appartenenza e sicurezza fornito dalla famiglia al bisogno di acquisire un ruolo all’interno del gruppo dei pari e specialmente la costruzione del proprio “campo di coscienza”.
L’adolescente deve cioè rivedere tutti gli insegnamenti ricevuti e decidere quali accettare e quali respingere per costruire il suo autonomo sistema di regolazione interna e comportamentale.
Questo avviene sempre.
Nel caso in cui ci siano invece stati dei problemi di identità nell’infanzia la crisi dell’adolescenza sarà molto più burrascosa. Tutte le esperienze dolorose o traumatiche vissute dal bambino vengono infatti “congelate” in un periodo (di latenza che va dai 6 anni alla pubertà) in cui l’evoluzione delle strutture cerebrali e la acquisizione di nuove competenze capta tutte le risorse del soggetto.
Le trasformazioni che accompagnano la fase puberale slatentizzano tutti i conflitti rimasti irrisolti durante l’infanzia. Questo emergere (a volte burrascoso e violento) di emozioni dolorose e/o traumatiche può superare le capacità di elaborazione dell’adolescente.
Assalito da vissuti molto intensi l’adolescente può manifestare un aumento dell’impulsività, correlato a problemi di attenzione e concentrazione e, in alcuni casi, un’aumento di comportamenti a rischio e il coinvolgimento in situazioni pericolose. (alcol, droghe, sessualità promiscua, inserimento in “bande”, bullismo agito o subito ecc)
Sia nelle emozioni positive che in quelle negative si verifica una tendenza all’eccesso. La sofferenza che viene provata in questo periodo ad esempio, per la separazione o la rottura di una relazione può condizionare negativamente le esperienze successive e incidere sulla stima di sé molto molto in profondità.
L’adolescente può adottare schemi di comportamento rigidi, tendere all’isolamento o reprimere i propri bisogni proprio in risposta alla paura che essi possano essere inaccettabili o distruttivi.
Un altro fattore da considerare come causa di un aumento dei problemi in adolescenza è il contesto sociale in cui l’adolescente vive, sia esso povero di risorse o apparentemente più ricco ma più rigido e competitivo.
Se il contesto sociale offre esempi che siano utili ad affrontare i problemi tipici dell’adolescenza questi verranno superati più agevolmente rispetto alla situazione in cui invece il contesto relazionale non è in grado di offrire assistenza per l’elaborazione dei temi specifici della sofferenza.
I problemi psicologici si esprimono in adolescenza come Disturbi d’Ansia, Problemi di Comportamento, Depressioni, Problemi Scolastici, Disturbi del Comportamento Alimentare, Fobie, Tic, grave isolamento sociale fino a veri e propri Disturbi gravi del pensiero e dell’affettività.
Il rapporto con la famiglia durante il trattamento di un adolescente è spesso complicato perchè i genitori sono di norma molto coinvolti nella situazione. La crisi dell’adolescente segna l’inzio anche di una loro crisi visto che devono contestualmente essere in grado di modificare il loro ruolo per riuscire, gradualmente, a trasformarsi da genitori di bambini in genitori di adulti. (vedi Trattamento dei genitori in gruppi Balint, adeguato non solo nel caso di disturbi alimentari)
Inoltre, accompagnando l’adolescenza dei figli, inevitabilmente i genitori rivivono la propria adolescenza e tutte le problematiche non risolte allora riemergono spesso con forza inaspettata. Il genitore si trova a dover riaffrontare il se-stesso adolescente; a dover contemporaneamente elaborare sentimenti di invidia per il proprio figlio/figlia la cui adolescenza segna il suo inevitabile processo di invecchiamento, a dover gestire i sensi di colpa che questi sentimenti ambivalenti suscitano in lui/lei e a saper favorire il processo di separazione dei figli. Separazione necessaria per il loro benessere psicologico che però comporta una radicale trasformazione (sindrome del nido vuoto, vedi) anche della loro esistenza e della relazione con il partner.
E’ quindi fondamentale sostenere i genitori proponendo loro un percorso parallelo a quello dei figli.
TERAPIA DEI FAMILIARIhttp://www.ilcorpospecchio.com e se, necessario, attivando un percorso parallelo di SOSTEGNO SCOLASTICO per i ragazzi che possa sollevare entrambi (figlio e genitori) da ulteriori pesi.